Anche in questo periodo, a parte gli aviatori e i cinque membri dei servizi speciali che morirono nella primavera del 1945 tutti erano prigionieri di guerra.  A differenza degli altri, tre furono  presi dall'esercito tedesco durante i combattimenti in Italia. 

Sarebbero morti in un ospedale militare, possibilmente tedesco. 

 

Prima sepoltura: Cimitero tedesco di Gardone

27/03/44 269389 Lt Horace A. RANSOM, E. Surr., VI. B. 1.  Fonte: WO 417/8: ferito a Le Piane Arielli il 28/12/43

03/11/43 4469343 Pte Leslie W. SMITH, 16 D.L.I., VI. B. 2.  Fonte: WO 417/76, ferito il 23/09/43 a Salerno

11/02/44 2700446 Gdmn George WILSON, S.G., VI.B. 3. Fonte: WO 417/78, ferito il 30-31/01/44 a Cassino

 

Foto: Fulvio Vigna

Lieutenant Horace A. Ransom

East  Surrey Regiment attached  to the Green Howards

Il Lieutenant Ransom fu ferito e preso prigioniero il 28 dicembre 1943 vicino ad Arielli (CH), che era stata presa cinque giorni prima dal suo battaglione.  Il 28 dicembre alle 08,30 un plotone della D Company, con una parte sotto il comando di un sergente e l'altra sotto il comando del Lieutenant Ransom, era partito per pattugliare una zona sottostante. Il Diario di guerra riferisce che:

alle ore 1100 la metà comandata dal lieutenant si trovò sotto tiro vicino a Le Piane da fuoco da mitragliatrice e bombe a mano. Il lieutenant fu ferito e non poteva raggiungere gli altri. Il sergente, che era andato avanti, tornò indietro a controllare quello che era successo durante la sparatoria e incontrò la pattuglia, ma del lieutenant non trovò nessuna traccia. Alle 1300 rientrò alla base insieme a loro.

Fu portato ad un ospedale militare tedesco in Lombardia e mori il 27 marzo 1944 a causa delle ferite riportate. Dapprima fu sepolto nel cimitero tedesco di Gardone.

Altri due prigionieri feriti e poi deceduti, che erano stati sepolti per prima nello stesso cimitero, erano 4469343 Private Leslie William Smith (16 Bn. Durham Light Infantry) preso prigioniero il 29 settembre 1943 a Salerno e 2700446 Guardsman George Wilson, Scots Guards, preso prigioniero fra il 30 e il 31 gennaio 1944 a Cassino. Furono trasferiti insieme a lui da Gardone a Milano.

Fonti: War Diary Green Howard Regiment WO 169/10218

https://www.lagodigardaveneto.com/index.cfm/it/arte-cultura/attrazioni-lago-garda/cimitero-tedesco/

GLI ALTRI PRIGIONIERI ERANO TUTTI 'ESCAPERS' - EVASI DAI CAMPI DOPO L'8 SETTEMBRE 1943

Per 10 abbiamo informazione sulla prima sepoltura (Fonte: C.W.G.C.) ma manca il motivo del decesso.  Per saperlo, sarebbe necessario ottenere la loro scheda di prigioniero dalla Croce Rossa Internazionale a Ginevra. 

 

Data- Matricola Grado & Nome - Unità – Campo - Sepoltura

 

Prima sepoltura: Cimitero Maggiore Torino

18/09/43 114497 Gnr D.K. KETH ,S.A.A., PG 54, 1.C.7.

 

Prima sepoltura: Passo della Portula

01/12/43-31/05/44 4806633 Pte Joseph SMITH ,4 Gn. How., PG 53, II. A.2.

 

Prima sepoltura: C.C. Castione Arlenico

15/10/43 2931090 Pte Ewen FERGUSON,2 Q.O.C.H., PG 73,, II. B.12.

26/10/43 3051192 Tpr George LEGG,7 R.T.R., PG 53, II. B.10.

07/11/43 6403570 Pte Alfred J. BATES ,4 R. Suss., H203, II. B. 8.

12/01/44 2585813 Vivian MULROONEY ,R.C.S., PG 70, II. B.14.

15/01/44 6022096 Pte Norman J. WATKINS ,Essex, PG 68, I. A.14.

29/03/44 6022140 ,Pte Jack TWIDDY ,Essex, CDL, II. A.12.

 

Prima sepoltura: C.C.Garzeno

08/10/44 5506613 L/Cpl J. ALEXANDER, 2 Hamp,PG 59, IV. C.15.

 

Prima Sepoltura: C.C. Orzivecchi

25 /11/43 4458994 Pte Joseph ATHERTON ,8 D.L.I., PG 62, IV. A.15

 

Fonte per tutti:  CWGC

 

Private Joseph SMITH, 4 Green Howards

 

Passo di Portula 

                                                                                                                                                                                                                                                 Foto: Fulvio Vigna

 

Private Joseph Smith mancava all'appello il 4 giugno 1942 nel Deserto occidentale vicino a Gazala, dove il battaglione fu accerchiato dalle truppe di Rommel. Il suo stato di prigioniero di guerra fu confermato in un documento datato gennaio - febbraio '43, ma prima di questa data era già stato trasferito in Italia. Fu internato nel Campo PG 53 Macerata prima di essere spostato ad un campo di lavoro del nord. (Per scoprire quale bisogna chiedere la sua scheda da prigioniero alla Croce Rossa Internazionale a Ginevra.)

Dopo l'armistizio scappò da questo campo come tanti altri e morì in una data sconosciuta, ma secondo il Commonwealth War Graves Commission fra il 1 dicembre 1943 e il 31 maggio 1944, probabilmente durante un tentativo di attraversare le montagne, forse per raggiungere la Svizzera. La sua salma fu scoperta al Passo di Portula insieme ad un gruppo di aviatori, e il 31 agosto 1945 fu seppellito nella sezione II, fila A., tomba 2 nel Cimitero di guerra di Milano.

Fonti:

The National Archives WO 392/21 Imperial Prisoners of War held in Italy

The National Archives WO 417/53 War Office Casualty Lists 1\939-45 Other ranks

Commonwealth War Graves Commission concentration form

 

Per un sudafricano manca anche  il luogo di prima sepoltura. Bisogna chiederlo al C.W.G.C.

03/11/44 197074 C.A. VAN NIEKERK, S.A.P., PG 65, IV. C. 12.

 

IN FUGA DA UN TRENO

 

Sub/Lieutenant Peter Philip Col Bateman

H.M.S. Hereward, Royal Navy

Uno degli ottantanove sopravvissuti dell'HMS Hereward, affondata al largo di Capo Sideros da un Ju 87 il 29 maggio 1942, il Sub/Lt. Bateman trascorse un po' di tempo in acqua prima di essere salvato e fatto prigioniero di guerra. Era un abile evasore, e arrivò al punto di rubare una barca a Bari prima di essere mandato al campo di punizione di Gavi - il PG 5. Dopo l'armistizio faceva parte di un piccolo gruppo che decise di saltare giù dal treno che stava portando i prigionieri di guerra in Germania. L'ultimo a lasciare il treno, fu colpito da un'arma da fuoco e ucciso.  Quando l'11 marzo 1946 la Graves Registration Unit no. 12 andò a prenderlo dal cimitero locale, ricevette dal magistrato locale un resoconto molto dettagliato:

                                                                    Foto: Fulvio Vigna

COMUNE DI CORVINO S.QUIRICO

Ufficio dello Stato Civile

L'anno millenovecenoqurantatré addì quattordici settembre in Fumo di Cervino S. Quirico, Casello ferroviario Km, 50+335 della linea Alessandria-Piacenza.

Noi Dott. Salvatore Giallombardo, Pretore di Casteggio, assistito dal Cancelliere sottoscritto, avendo avuto notizia che in un prato adiacente alla strada ferrata si trovava il cadavere di uno sconosciuto deceduto in seguito a ferita di arma da fuoco, ci siamo quivi trasferiti ove abbiamo constatato quanto segue:

Un cadavere di sesso maschile giace in posizione supina su di un prato adiacente alla strada ferrata alla distanza di circa dieci metri dalla scarpata ferroviaria. Veste una maglia di lana blue scura, altra maglia bianca sottostante, pantaloni lunghi bleu da marinaio, scarpe marron tipo militare, mutandine corte; una cinghia di cuoio con impressa la dicitura ''Sateman'' trattiene i pantaloni.

Addosso al cadavere si rinvengono: una scatola di cioccolatta in tavoletta con impressa la dicitura Emergency ration - to be consumed only when no other rations of any kind are procurable ecc.; una scatola di cerini marca tre teste, con dentro una chiavetta di rame; un coltellino in madreperla con impressa la dicitura ''Ricordo di Napoli''; uno scalpello in accaiao con impressa la lettera B.R. 444-3407; Saponetta con impresse le parole Crest toilet e sul retro altre parole di cui solo Canada è leggible; una scatola di pillole Ovaltine, A.Wander, London.

Dentro la scatola di cioccolatta è stata rinvenuta una carta topografica dell'Italia nord-occidentale fino al confino svizzero ove si vede segnato in matita copiativa, accanto alla località Campo Ligure, il no. 472. Il cadavere appartiene a giovane dalla apparente età di anni 24. Capelli biondi, colorito pallido, fronte ampia, naso regolare, occhi grigi, altezza m. 1,76 circa, corporatura regolare, lobo auricolare destro attaccato. Presente ecchimosi alla fronte ed alle labbra che si presentano tumefatte. Una ferita si nota alla regione addominale sinistra con piccolo foro di entrata di un centimetro circa di diametro con foro di uscita alla regione glutea destra che si presenta ampio e frastagliato.

Chiamata la nostra presenza dalla casellante del casello ferroviario 50-335, Signora Montagna Letizia di Cesare di anni 35 da Pietra di Giorgi, la stessa opportunatamente interrogata R. 'Questa notte verso le ore tre e mezzo circa, era in transito una tradotta di prigionieri diretta verso Piacenza. Avertii ad un dato momento varii colpi di arma da fuoco. Il treno proseguì la sua corsa. Stamane alzando le sbarre del passaggio a livello mi accorsi che a poca distanza della strada ferrata, su di questo prato, giaceva un corpo umano. Del fatto ho avvertito subito i carabinieri di Casteggio.'

Non essento possibile procedere alla identificazione del cadavere, Noi Pretore abbiamo fatto procedere a fotografia dello stesso, a mezzo del fotografo Sangiorgi Ernesto di Casteggio, che viene allegata al presente verbale.

 

Letto, confermato e sottoscritto,

Il Pretore Fir.to Dott. Salvatore Giallombardo

Il cancelliere Leone

 

La presente copia è conferma all'originale e si rilascia per uso Amm.vo.

Cervino San Quirico 11 marzo 1946

L'ufficiale dello Stato Civile

Giuseppe Fugazza

IN FUGA ATTRAVERSO LE MONTAGNE

LA TRAGEDIA DEL COLLE GALISIA

 

Nel novembre 1944, durante una bufera di neve, ventiquattro evasi britannici e sudafricani e tredici partigiani, loro accompagnatori, morirono nel tentativo di attraversare le Alpi e raggiungere la Francia già liberata.  E' interessante notare che la C.W.G.C. da il 10 /11/44 come data di morte per i militari non identificati,  ma il  12/11/44 per coloro che sono stati identificati.

10/11/44

Prima sepoltura: Cimitero di Fornet , Val d'Isère

Vittima Galisia, II. C. 10.

Vittima Galisia, II.D.2

Vittima Galisia, II. D.4

Vittima Galisia, II. D.6

Vittima Galisia, II.D.10

Vittima Galisia, II.D.12

Vittima Galisia, II. E.1.

Vittima Galisia, II. E.5.

Vittima Galisia, II.E.9.

Vittima Galisia, II.E.11.

 

Prima sepoltura: Gorges du Malpasset/Fornet

Vittima Galisia, II.E.15

 

12/11/44

4276229 Fus John J. STEPHENSON,1 N'd.Fus., PG 65, II.C.12.

6337018 L/Bdr William T. ANDERSON,164 Fd.Regt. R.A., PG 73, II.C.14

76117 Spr D. M. LEE, 4 Fd.Coy S.A.E.C.,NCG, II.D.8.

1515791 Gnr William D. STENNING,52 Lt.A.A. Regt. R.A., PG 65, II.D.14.

3909259 Pte Haydn J. ROGERS,S. W. B., PG 65, II.D.15.

3712896 Pte George S. HALDANE,1 K.O.R.R., PG 60, II.E.3.

5256060 L/Cpl Frank LEE,1 Worc.,PG 65, II.E.7.

6291737 Pte Horace B. SLADDEN, 5 Buffs, PG 98, II.E.13.

 

Il Concentration Form della Commonwealth War Graves Commission, indica che le altre vittime, non identificate, sono sepolte nelle seguenti tombe:   II. C. 8., II. C. 10., II. D. 2, II. D. 4, II. D. 6, II. D. 10, II. D. 12, II. E. 1., II. E. 5., II. E. 9., II. E. 11., II. E. 15

 

Private Haydn John ROGERS, South Wales Borderers

 

Foto: Fulvio Vigna

Quando le salme furono recuperate nel maggio del '45, solo sette furono immediatemente identificate. Quella di Private Rogers, inizialmente ritenuto non identificabile, fu riconosciuto in un secondo momento. Dopo una prima sepoltura nel cimitero di Fornet vicino a Val d'Isère tutte le salme estratte furono portate e sepolte a Milano il 17 ottobre 1945.

È interessante notare che mentre la data di morte iscritta sulla lapide di Private Rogers è il 12 novembre 1944, al militare sconsciuto della fotografia qui sopra, preso da Fornet lo stesso giorno, è stata attribuita la data 10 novembre.

 

Private Jack Rogers  era ospite della signora Oliva Silini, che scrisse la lettera riprodotta qui sotto in risposta ad un invito a tutti coloro che avevano aiutato gli 'escapers' di fare una domanda di ricompenso all'Allied Screening Commission.

 

Spett. Comitato di Liberazione Nationale per il Piemonte

Torino

La sottoscritta Silini Oliva, residente in Colleretto Castelnuovo, via Castelletto n.13, pr. Aosta, dichiara di aver nascosto a casa sua e fornito alloggio e vitto al prigioniero di guerra inglese:

Jack Rogers, 28 Middle Street, Pontygwaith, Rhondda Valley, South Wales

Apparteneva alla fanteria e, fatto prigioniero a Tobruk, fu poi portato a Castellamonte a lavorare alla Conceria Giraudo 'Alta Italia' dove fuggì l'8 settembre '43. Venne nascosto in casa ai primi di nov. 43 e fornito di vitto, alloggio e vestiario ininterrottamente fino al 4 nov. 1944. Fu rifornito parecchie volte di denaro e segnatamente alla partenza per un importo complessivo approssimativemente di L.800 (ottocento). Si sono affrontati i rischi comuni a tutti i favoreggiatori.

Il 4 novembre il Rogers partì in comitiva con parecchi altri prigionieri, alla volta della frontiera francese, guidato dal tenente dei partigiani Vittorio. Da allora non si ebbero più notizie.

In fede,

Torino 2 giugno 1945

Silini Oliva

 

(Per saperne di più: Claretta Coda, Helpers & POW,   Orco Anthropologia, Edizioni Corsac, Cuorgné, 2016)

Fonti:

Archivio ISTORETO, Fondo Borghetti CFB 1b

Commonwealth War Graves Commission

IN OSPEDALE

Prima dell'armistizio i due neozelandesi  il Signalman George C. Darroch ed il Private Percy H. Bartrum furono detenuti nel campo PG 106 di Vercelli , il britannico Gunner Burdett nel  campo PG 73 Fossoli a Carpi (Mo) e il sudafricano L/Bdr. Grace nel PG 52 Pian di Coreglia. 

Sequenza: Data - Matricola/Grado/Nome - Unità - Ospedale - Causa - Sepoltura

Prima sepoltura: C.C. Vercelli

22/12/43 17035 Sgm George C. DARROCH, 2 N.Z.E.F., Ospedale Vercelli, N.S. , III.B.10.

31/03/44 23881 Pte Percy H. BARTRUM, 23 Bn, 2 N.Z.E.F., Ospedale Vercelli, Meningite, III.B.11.

Prima sepoltura: C.C. Luzzara

07/10/43 1024879  Gnr John M. BURDETT, 72 Fd. Regt. R.A., N.S., Peritonite, V.A.7.

Prima sepoltura: Castelsangiovanni

24/05/44  16457  L/Bdr R. L. GRACE, 1 A.A. Regt. S.A.A, N.S., Ferite, V.E.3. 

N.S. non specificato

 * Fonte: museo_resistenza_piacentina_it..pdf

J. W. Greys, (Grace) di Cape Town, ferito in combattimento a Bettola il 3 aprile 1944 e deceduto all’ospedale di Castelsangiovanni 

 

Foto: Fulvio Vigna

Private Percy Harold BARTRUM

23 Battalion 2 New Zealand Expeditionary Force

 

 Il neozelandese  morì nell'Ospedale Maggiore di Vercelli il 31 marzo 1944. Ai suoi genitori fu detto che era stato 'Colpito dalla guardia nemica dopo la fuga da un campo di prigionia'.  Morì nell'ospedale Maggiore della città. Quando la Graves Registation Unit del Commonwealth War Graves Commission lo raccolse dal cimitero comunale di Vercelli per il trasferimento a Milano registrò che era morto di meningite.

Un suo connazionale, 17035 Signalman George Caldwell DARROCH, New Zealand Corps of Signals,  morì nello stesso ospedale il 22 dicembre 1943. Alla Graves Registration Unit non fu data la causa del decesso. È sepolto nella sezione III, fila B, tomba 10 accanto a Bartrum.

Fonti:

Commonwealth War Graves Commission

Percy Harold Bartrum: Bereavement card, North Auckland Research Centre, Takapuna Library, McVeagh collection, T7663 , New Zealand

Bereavement Card

CON I PARTIGIANI

 

Nelle fonti britanniche della serie WO 417 British Army Casualty Lists 1939-45 la causa el decesso viene descritta come 'morto in combattimeno'

Sequenza: Data - Matricola/Grado/Nome - Unità - Campo  -  Sepoltura - Fonte

 

18/01/44 914235, Pte Enoch JACKSON, Fors'ters, PG 70, IV. E.1.  Fonte: WO 417/102

Prima sepoltura: C.C. Piacenza

20/03/44 4976114 Pte Thomas H. BALL, 1 Fors'ters, C.D.L, 1. D.11.  Fonte: WO 417/101

Prima sepoltura:  C.C. Chiotti

29/12/44 6022221 Cpl Ronald L. DIX, 2/5 Essex, PG 53, IV. A.11.  Fonte: WO 417/102

Prima sepoltura: C.C. Viale

15/01/45 (M) 840921 Gnr Harry DARBYSHIRE, 28 Fd. Regt. R.A., PG 53, I. E. 14. Fonte: WO 417/102

Prima sepoltura: C.C. Casale

13/08/44  WX/14394 Pte Leslie A. PARKER 2/32 Bn. A.I.F.,C.D.L., III.D.15. Fonte: Sito web, 

Prima sepoltura: C.C. Torazzo

                                                            Foto: Claretta Coda                                                                                                                   

Private Leslie A. PARKER, 2/32 Battalion, Australian Imperial Force

The Daily News Perth  Sat. 23 Feb. 1946 Page 9

 Private Parker, dopo il ferimento subìto durante un'azione di guerriglia nella zona di Issime in Val di Gressoney, fu trasportato alla Baita Amici, dove ricevette i primi soccorsi. Venne successivamente trasferito a Torrazzo dove, ospitato dal nuovo parroco Don Pastoris, venne a mancare il 13 agosto.

Fonte: https://www.bocciodromodellaserra.it/LiveinTorrazzo.pdf

UCCISI DAI NAZI-FASCISTI 

Tutti gli 'escapers' in questo elenco furono uccisi in circostanze che  furono considerate  'crimini di guerra'.  Le autorità giudiziarie britanniche condussero un'inchiesta sulle circostanze della morte dei seguenti militari, ed i fascicoli sono consultabili nel National Archives di Londra:

 

23/09/44 Quattro sconosciuti: I.D.5., I.D.6., I.D.7., I.D.8.

Prima sepoltura: C.C. Turin

Archivio Istoreto, Torino. Borghetti Fulvio Diario clandestino, Fondo Borghetti, C FB 9. p. 774,,C.C. Torino,

Fonti: WO 311/1278: Alleged murder of four prisoners of war at Volpiano, Italy, 15 September 1943

WO 208/3352/2745 Escape & Evasion Report Sgt T Powell R.A.

 

25/09/43

925409 L/Sgt Frederick W. EDWARDS,7 Med. Regt. R.A., PG 66, III. E.1-3

S/119817 Cpl Arthur A. FARROW, R.A.S.C., PG 29, III. E.1-3

4974424 Pte John F. TERRETT, 1 For'ters, PG 73, III. E.1-3

FontI:  WO 311/1244: Shooting of British prisoners of war at PG 73, Carpi, Italy, 25/26 September 1943

WO 311/1246: Ill-treatment and murder of British prisoners of war at Camp PG 73, Carpi, Italy, September 1943

WO 310/20: PG 73 Carpi, Italy: shooting of British POWs

TS 26/456: Carpi: mass murder

 

12/12/43

1515743 Bdr Benjamin L. MITCHELL, 75 L.A.A. Regt. R.A., PG 66, 1.D.4.

Fonte: WO 311/1232: Killing of British escaped prisoner of war and two Italians at Cuneo, Italy, 12 December 1943.

 

03/01/44

1796455 Gnr William C. S. HILL, 61 Lt. A.A. Regt. R.A., PG 53, IV.B.1.

894797 Bdr George E. HOOKER, 107 Regt. R.H.A., PG 112, IV.B.3.

Fonte: WO 310/87 Boves, Italy: killing of two British soldiers

 

18/01/44

2328492 Sgm John FINLAY, 1 Armd. Div. Sigs. R.C.S., PG 53, III.D.13.

Fonte: WO 311/1255: Shooting of Sgm. J Finlay at Varallo, Italy, 18 January 1944

 

21/02/44

12626 Cpl Franklin BOWES, 26 Bn. 2NZEF, PG 106, VI.B.4.

WX11952 Pte Harry H. MILLER,2/28 Bn.A.I.F., PG 106, VI. B.5.

Fonte: WO 310/64 Mosso Italy: killing of New Zealand and Australian POWs

 

15/04/44

3314081 Cpl William BROWN, 2 H.L.I., PG 73, III.C.10.

847083 Gnr Fred MILLER,1 Fd. Regt. R.A., NCG, III.D.2.

VX45756 Pte James C. McCRACKEN, 2/24 Bn. A.I.F., PG 106, III.D.3.

Fonti: WO 310/68 Verallo, Italy: shooting of Australian POWS

WO 311/1234 Shooting of three allied prisoners of war by Italians at Varallo, Italy, 15 April 1944.

 

24/04/44

61235 Gnr Leslie G. BATT, 14 Lt. A.A. Regt., RNZA, PG 106, V.B.5.

37158 Pte John T. CLARK, 25 Bn. 2 NZEF, PG 106, V.B.6.

VX42361 Pte Douglas SMEDLEY, 2/23 Bn. A.I.F., PG 57, V.B.7.

Fonti: WO 310/65 Biella, Italy: shooting of New Zealand and Australian POWs.

WO 311/338 Bella, Italy: killing of three re-captured allied POWs.

 

08/05/44

Sconosciuto, III.C.4

WX10591 Pte William G. HARVEY, 2/32 Bn. A.I.F., PG 57, III.C.5.

VX46586 Pte Harold R. BLAIN, 2/24 Bn. A.I.F., PG 57, III.C.6.

VX1664 Dvr Clive E. LIDDELL, 9 Div. A.I.F.S.C., PG 57, III.C.7.

WX7090 Cpl John R. NICHOLLS, 2/28 Bn. A.I.F., G 57, III.C.8.

WX14978 Pte Ernest S. WOLFE, 2/32 Bn.A.I.F. PG 57, III.C 9.

Fonte: WO 311/1235, Shooting of six allied prisoners of war at Alpe Barbera, Italy, 5 May 1944.

 

31/07/44

T/130496 Dvr Geoffrey G. WILLSON, 1 Armd. Div. R.A.S.C., CDL., III.C.13.

Fonte: WO 311/1280 Nave, Italy: killing of British POW

 

01/08/44

4394107 Pte Richard BRINDLE, 5 Gn.How., PG 65, I.D.13.

Fonte: WO 310/236 Shooting of escaped British prisoner of war, Pte R Brindle, San Gillio Italy. Note: With photograph

 

20/05/44

854578 Gdmn Henry C. COCKBURN, 3 C.G., PG 65, I.E.1.

4346320 Pte George BAMBRIDGE,4 East Yorks., PG 53, I.E.2.

Fonte: WO 311/ 1269 Alleged shooting of two British prisoners of war at Selvaggio, Province of Turin, 20 May 1944 Note: with photograph

 

18/10/44

848475 Sgt Percy DUNMORE, 31 Fd. Regt. R.A., PG 53, IV.C.13.

Fonte: WO 310/71 Cavagiglia (Cavriglià) Italy: killing of British soldier.

 

03/01/45

4392670 Pte Arthur BAILEY,7 Gn. How., PG 53, IV. A.13.

Fonte: WO 311/1222 Murder of British prisoner of war, Scioltze, Italy, 7 September 1944 (data errata)

 

03/03/45

896957 Gnr Robert DICKINSON, 60 Fd. Regt. R.A., PG 53, IV. B.13.

Fonti: TNA: WO 32/22163 Investigation into death of British soldier Dickinson R., Gunner 896957, 60th Field Regiment, Royal Artillery, an escaped POW. Special Investigation Branch (S.I.B.)

Royal Artillery Casualty Cards: Killed in action while at large in enemy-occupied territory

 

Foto: Fulvio Vigna

Gunner Robert Dickinson, 60 Field Regiment, Royal Artillery

Preso prigioniero in Nord Africa il 24 novembre 1941. Per un periodo fu internato a PG 59 Servigliano, poi fu trasferito a PG 53 Sforzacosta e da lì arrivò al campo di lavoro PG112/4 di Gassino nell'estate del 1943.

Dopo l'armistizio scappò insieme all’amico Ronald Dix e fu ospitato dalla famiglia Bauducco in un casale in Via Armando Diaz in Gassino per un anno.

Il 2 febbraio 1945 il Gunner Dickinson decise di unirsi ai partigiani del 2 Raggruppamento, Divisione 'Paolo Braccini', G.M.O. 'Aldo Brosi',  e fu ferito in uno scontro con un gruppo di Nazi-fascisti  il 3 marzo 1945.  Chiese ai suoi compagni di essere lasciato in un fosso insieme alla sua arma, e in seguito fu scoperto e brutalmente ammazzato dal nemico.

Inizialmente sepolto dai partigiani  a Viale (Asti), da lì fu portato al cimitero di Guerra di Milano il 13 dicembre 1945.

La  Polizia militare britannica  lo Special Investigation Branch (S.I.B.)  aprì un fascicolo  sulla morte del Gunner Dickinson, ma non portò a nessun processo data l'impossibilità di rintracciare i colpevoli:

TNA: WO 32/22163:  Investigation into death of British soldier Dickinson R., Gunner, 896957, 60th Field Regiment, Royal Artillery, an escaped POW.

La sua scheda militare recita:  Killed in action while at large in enemy-occupied territory.  

Scrisse un diario che è consultabile on line:

https://camp59survivors.com/2010/11/23/servigliano-calling%e2%80%94a-return-to-camp-59/

Fonti:

Coda Claretta, A Strange Alliance, Città Metropolitana di Torino, 2022, p.47

Fulvio BorghettI Diario clandestino, Archivio Istoreto, Torino, Fondo Borghetti, C FB 9, p. 868.

 

Lance Sergeant Frederick W. EDWARDS, 7 Medium Regiment, Royal Artillery

Corporal Arthur A. FARROW, Royal Army Service Corps

 Private John F. TERRETT, 1 Battalion Sherwood Foresters

 

Foto: Fulvio Vigna

In seguito all'Armistizio, mentre i tedeschi stavano per portare tutti i prigionieri del campo PG 73 in Germania, Austria o Polonia, i tre militari sopracitati provarono a scappare.

 

Testimonianza del britannico Private 5251607 D.S. Goodchild, Worcester Regiment

Alle otto circa della sera del 25 settembre 1943, ricordo, era buio e pioveva, ci siamo portati verso la rete del campo dalla parte del canale con l’intenzione di tagliare il filo di recinzione. Lì ci imbattemmo in un altro gruppo che intendeva fare la stessa cosa. Riconobbi uno di loro, si chiamava Edwards. Tagliammo il filo di ferro e passammo dall’altra parte. Subito dopo l’urlo di una guardia: “Halt” e poi iniziò a sparare. Altri lo seguirono con le loro mitragliatrici. Un sergente, amico di Edwards, di cui non conosco il nome, rimase ucciso e credo che il suo corpo sia scomparso. Io invece ce l’ho fatta, sono riuscito a fuggire.

 

Testimonianza del sudafricano 7728 Captain Robert C. Matthews

A guerra conclusa venni a sapere che diversi prigionieri si erano nascosti nel sottotetto delle baracche in attesa, per uscire, che i tedeschi partissero, evitando così la deportazione. Da uno degli evasi ho saputo che quattro dei fuggitivi erano stati ripresi, riportati nel campo e uccisi dai tedeschi. L’accaduto venne visto da quelli che si trovavano nascosti nel sottotetto di una delle baracche. Videro un militare colpire alla testa col fucile uno dei quattro feriti mentre gli altri fecero lo stesso sugli altri tre prigionieri, sempre con il calcio del fucile, fino a ucciderli.

 

Dichiarazione del  britannico 2696687 Lance Corporal Geoffrey Johnstone degli Scots Guards

Una guardia tedesca ordinò a me e ai due sergenti di scavare la tomba per i tre soldati uccisi, vicino alla strada, sul lato nord del campo da calcio utilizzato dagli italiani. Nessuno di noi ricevette cibo o coperte per tutto il giorno...

Terminammo di scavare la fossa nella qualiesarebbero stati posti i tre corpi... Quel pomeriggio i corpi dei soldati vennero sepolti. Uno degli ufficiali britannici condusse la cerimonia mentre i tedeschi piantarono una croce con scritto in tedesco «tre soldati britannici sconosciuti.

 

Diario del parroco di Fossoli (Mo), don Francesco Venturelli

30 settembre 1943. Dal Podestà di Carpi per esumazione delle tre salme di prigionieri inglesi uccisi dai tedeschi e sepolti nel campo vicino alla strada dei Grilli senza cassa. Il Podestà o commissario prefettizio mi dà assicurazione di interessamento.

2 ottobre 1943 […]. Oggi col permesso delle autorità sono stati esumati e furono trovati in istato di incipiente putrefazione senza trovare nelle tasche nessun documento di identificazione. Sulla croce era scritto: Hier ruhen drei unbekommen engl. Soldaten 25.IX.1943 – “Qui riposano tre Inglesi soldati sconosciuti ”. Furono segnati col N° 1, 2 e 3 cominciando da quello posto ad ovest. Fatte le esequie dal Sottoufficiale, essi sono partiti per il cimitero di Carpi.

 

I tre furono trasferiti a Milano e seppelliti insieme.

 

Fonti: The National Archives, London:

Fasciolo TS 26/456: Carpi: Mass Murder

Fascicolo WO 310/20: PG 73 Carpi: shooting of British POWs

 

Gunner Leslie G. BATT, 14 Light Anti-Aircraft Regiment, Royal New Zealand Artillery

Private John T. CLARK, 25 Battalion, 2 New Zealand Expeditionary Force

Private Douglas J. SMEDLEY, 2/23 Battalion, Australian Imperial Force

 

Foto: Fulvio Vigna & Claretta Coda

I tre 'escapers' sopraelencati furono ammazzati nell'aprile 1944 da fascisti appartenenti al reparto 115° Montebello. Un loro compagno, australiano NX27773 Raleigh Edward Hoy, chiamato a testimoniare al suo ritorno in Australia, dichiarò di essere fuggito dopo l’8 settembre dal campo 106/2 nel Vercellese e di aver incontrato, dopo varie peripezie, Private Smedley a Coggiola (Bi), oltre Trivero. Prosegue:

 

Continuammo a nasconderci nelle montagne aspettando l'occasione favorevole per attraversare le Alpi. A metà aprile 1944, incontrai diversi altri prigionieri di guerra in fuga in un piccolo paese circa a metà strada fra Andorno Micca e Mosso Santa Maria. Il Soldato Clark J.T. e l’Artigliere Batt L.G. erano compresi in questo gruppo di prigionieri di guerra. Eravamo sette in tutto e abitavamo in un rifugio di pietra a circa un miglio a nord del paese. Questo rifugio, che ora è bruciato, era il più in alto fra quelli vicini, tranne un più piccolo ricovero circa 400 iarde più su, nel quale stava un inglese [il signalman Eric Hamblin - n.d.r.]. Questo rifugio non poteva essere visto da dove eravamo noi.

Nel rifugio dove stavamo c'erano quattro camere al primo piano e Clark, Batt e Smedley dormivano in una stanza all'estremità nord. Gli altri quattro di noi, Brennan, A.Fogg, del Battaglione 2/28, E. Albert, del Battaglione 2/15 e io stesso dormivamo in una stanza sull'altro lato della cascina. Il mattino del 24 aprile 1944, siamo stati svegliati dagli spari. Sono saltato giù dal letto, ho guardato fuori dalla finestra e ho visto circa quindici militi fascisti là fuori. Sapevo alcune parole di italiano e potei capire quello che il capo squadra stava dicendo: "Entrate nella cascina e guardate se c'è qualcun'altro dentro. Prendete quello che è in buono stato e poi incendiatela ". Noi cominciammo a vestirci e prima che avessimo finito di farlo i fascisti vennero su per le scale fin nella nostra camera - che trovarono chiusa - e ci ingiunsero di uscire con le mani alzate. Io aprii la porta e vidi tre fascisti armati che poi ci scortarono fuori dall'abitazione e ci dissero di stare appoggiati contro al muro del piccolo rustico accanto alla cascina. Una mitragliatrice era puntata su di noi. Dicemmo ai fascisti che eravamo prigionieri di guerra inglesi e I'ufficiale che stava un po' lontano dalla cascina gridò in Italiano: "Non sparate a questi quattro. Li prenderemo prigionieri". Gridò per quattro volte circa al sergente fascista. Quando ci trascinarono via notammo i corpi di Clark, Batt e Smedley.

Due dei militi del gruppo Montebello furono processati a Bologna il 26 agosto 1946 e ritenuti colpevoli. Uno, Pietro Mussetti, fu condannato a morte per fucilazione, eseguita il 20 dicembre 1946, l'altro a dodici anni di prigione. Venne liberato dal governo italiano per buona condotta nell'agosto 1949.

 

Fonti:

R.E. Hoy. Affidavit, Sydney, New South Wales, 17 01 1946. The National Archives of Australia)

L'Archivio di stato di Londra – The National Archives- custodisce i seguenti fascicoli che riportano gli indagini svolte dalle autorità :

WO 310/65: Biella Italy. Shooting of New Zealand and Australain POWs.

WO 311/338: Biella Italy. Killing of three re-captured allied POWs.

Coda Claretta, Helpers & POW, CORSAC, Cuorgné , 2016

 

Foto: Fulvio Vigna

Private Richard Brindle, 5 Battalion Green Howards

Ucciso dai fascisti a San Gillio (To) il 25 Luglio 1944

La testimonianza di Davide Cambiano:

Margherita Peracchino fu uccisa durante un’imboscata tesa dai fascisti a quattro partigiani il 25 luglio del 1944, ed io - che all’epoca avevo 14 anni - fui in parte testimone dei tragici avvenimenti.

Quel pomeriggio di tanti anni fa mi trovavo alla “pompa” (per chi non si ricorda, essa era l’unica fonte di acqua potabile del paese ed era situata dove ora c’è la cartoleria) e stavo attingendo l’acqua con un secchio. Dalla piazza arrivò una automobile che si fermò in Via Roma - dove adesso c’è la pizzeria - la via era pressoché deserta. Dall’auto scesero quattro partigiani, due di essi rimasero accanto ad essa (Sergio Castelli e l’inglese Robert (sic) Richard Brindle), mentre gli altri si diressero verso il castello (il palazzo che si trova in fondo al vialetto che costeggia la nuova casa di cura).

Nel frattempo, avendo riempito il mio secchio, stavo tornando verso casa (a quell’epoca abitavo in Via San Rocco,1), quando all’improvviso da Via San Rocco vidi spuntare due macchine scoperte: su di esse, in piedi, una decina di repubblichini in borghese armati di tutto punto, con le mitragliatrici pronte a sparare.

Appena svoltai in Via Roma, all’altezza della tabaccheria, notata l’auto dei partigiani, due o tre di loro esclamarono contemporaneamente: “ci sono!”, ed istantaneamente aprirono il fuoco. Io, che praticamente mi trovavo in mezzo, istintivamente cercai riparo e mi  buttai nella prima porta aperta che trovai, cioè nella bottega di mia zia (l’attuale negozio di Balbo).

La testimonianza di Piero Castelli, fratello del partigiano Sergio

Sergio si era unito ai partigiani nel marzo del ’44, forse anche precedentemente ma io lo vidi armato in quell’epoca. Era in Val di Lanzo nella 19° Brigata ed è stato ucciso il 25 luglio dello stesso anno in un’imboscata. Il gruppo di 8-10 partigiani, tra cui due inglesi, di cui lui faceva parte, era ricercato e si trovava sopra Pralungo, e si spostava di continuo da una cascina all’altra. Quella volta erano scesi a prendere il burro da portare in montagna, qualcuno ha fatto la spia e, alla grangia dei Neri, i fascisti erano appostati sopra il masso erratico, vicino alla cascina delle monache, con i cannocchiali, e videro la polvere sollevata dalla macchina (la strada era sterrata). Calcolarono il tempo necessario ad arrivare in Via Principi e poi sono partiti con due grosse macchine, indossando tutti una camicia rossa. I nostri si sono fermati in piazza Bovetti: Mario Castagno e altri due sono scesi per andare a prendere il burro, e Sergio e un inglese sono rimasti vicino all’auto. Da San Rocco arrivarono i fascisti mascherati da compagni, Sergio alzò il parabellum per salutare quelli che pensava fossero partigiani della Val di Susa, e lì partirono gli spari: furono uccisi in via Roma, angolo via San Pancrazio. Mario e gli altri, sentiti gli spari, scapparono dall’altra parte. L’inglese morì subito; mi hanno detto che mio fratello combattè ancora, tutto ferito com’era. Lanciò ancora le ultime due bombe a mano che aveva. Testimone del fatto fu il daziere che abitava nel cortile di Guasto. Sergio, ancora vivo, fu caricato e portato al cimitero di Venaria. Io, tornando in bicicletta dalla Mandria, dove lavoravo, avevo sentito gli spari e mi son detto: ”A San Gillio c’è di nuovo 'la repubblica'!”

Fonti:

https://www.anpialpignano.it/joomla30/doc-pdf/TESTIMONIANZA%20di%20Davide%20Cambiano.pdf

https://www.anpialpignano.it/joomla30/doc-pdf/fratelli_sergio_castelli.pdf

 

ALTRI PRIGIONIERI DI GUERRA MORTI IN SEGUITO AD ATTI DI AGGRESSIONE NAZI-FASCISTI

 

Seguenza: Data - Matricola/Grado/Nome - Unità - Campo - sepoltura

13/09/43  213633 S/Sgt Victor J.WHITE, S.A.T.C., PG 65, II.A.12.

Probabilmente ucciso durante la marcia dal Campo PG 52 alla stazione di Chiavari

Prima sepoltura: C.C. Cicagna

 

11/11/43  6202795 Sgt Leslie BAGGETT (arruolato col cognome Brown) 3 C.G., PG 65, V.C.14

Prima sepoltura: C. C. Parma

'Si credeva ucciso da arma da fuoco mentre tentava la fuga'. Fonte: C.W.G.C. Concentration Form

 

13/11/43  NX 54257 Pte Ross H. MUDGE, 2/3 Bn., A.I.F., PG 57, III.B.15.

Morto nell'ospedale di Ivrea dai feritI provocati da un fascista

Prima sepoltura: C.C. Ivrea

 

 

Foto: Claretta Coda

Private Ross Harold  MUDGE

2/3 Pioneer Battalion. Australian Imperial Force

il Private Ross Harold Mudge evase dal Campo PG 106 di Vercelli all'armistizio, e fu ucciso a Chiaverano in regione Calveis da un collaboratore dei nazifascisti il 13 novembre 1943. Difendendosi con un arnese metallico, cercava di scappare da una cascina dove era nascosto con altri prigionieri fuggitivi. Ferito a una coscia e al torace, fu portato all’ospedale di Ivrea, dove i tentativi del professor Bianchetti di salvarlo risultarono vani. Fu sepolto nel cimitero cittadino. Dopo la guerra fu traslato al British & Commonwealth War Cemetery di Milano a Trenno.

È esaminabile in archivio la sentenza emessa a carico dell’uccisore dalla Corte Straordinaria d’Assise di Ivrea il 30 ottobre 1945. Nelle sette pagine che la compongono si legge:

«Nel corso di una operazione per il rintraccio dei prigionieri effettuata il 13 novembre 1943 nella regione Calveis di Chiaverano e nella cascina di Rovigo Guglielmo, cui parteciparono insieme con lui due militari tedeschi (..) e tre carabinieri, il (cognome dell’imputato), col moschetto di cui era armato (..), esplose due colpi contro il ventitreenne Mudge Ross di Michel, australiano, cagionandogli una vasta ferita alla coscia destra ed altra alla parte anteriore sinistra del costato senza foro d’uscita (..) che ne cagionarono la morte, qualche ora dopo, nel locale ospedale.

Il (cognome dell’imputato), nell’accompagnare il Mudge ivi, dichiarò che era suo e si vantò di averlo ferito; gli batté una mano sulla spalla per incitarlo “a non fare la piaga”. Tale contegno cinico e disumano – per non dire brutale – provocò all’indirizzo del (cognome dell’imputato) rimproveri di una suora e determinò il chirurgo Prof. Bianchetti ad imporgli l’allontanamento (..). Nel rientrare in caserma – prosegue il Presidente della C.S.A., dott. Nello Naldini, nella sua sentenza − il (cognome dell’imputato) fu inteso esclamare: “finalmente ne ho preso uno” (..). La Corte non ritiene affatto che il (cognome dell’imputato) abbia operato per convincimento e meno ancora per ideale politico (sempre rispettabile ove non trascenda ad azioni riprovevoli o delittuose), ma è per contro persuasa che agì spinto da fine di lucro e di guadagno. Per percepire cioè quel premio fissato dai germanici per ogni cattura di prigioniero alleato; fine ignobile anzi obbrobrioso. Ed anche più obbrobrioso, fino a divenire abbietto, se spinto fino ad azione delittuosa per afferrare la preda onde conseguire la mercede. Così come il (cognome dell’imputato) si comportò nei confronti del disgraziato australiano. In quanto gli sparò contro avendo notato che cercava di fuggire, sicché, ove non lo avesse fermato con i due colpi di moschetto, gli sarebbero parimenti sfuggite le tre mila lire di premio. E che tale abbietto sentimento lo abbia guidato è confermato dal contegno del (cognome dell’imputato) in ospedale nel dire che la disgraziata vittima era sua, né volendola abbandonare in quel luogo di dolore. (..) E l’uccisione costituì indubbiamente il delitto di omicidio come in rubrica. Giacché il (cognome dell’imputato) fu facilitato nella consumazione da quelle condizioni generali di ambiente dipendenti dalla guerra che ostacolavano, meglio ancora impedivano, alla povera vittima ogni possibilità di privata difesa; come questa Corte ha ritenuto in molteplici con simili casi con l’approvazione e conferma del Supremo Collegio».

La corte condanna l'imputato alla pena di morte mediante fucilazione alla schiena...Ordina la confisca, a vantaggio dello Stato, dei beni del (cognome dell’imputato).

 

Ivrea 30 ottobre 1945

Il Presidente F.to dott. Nello Naldini»

 

Fonte:

Coda Claretta, dall'Archivio Istoreto, Fondo Sentenze della Magistratura piemontese

GIUSTIZIATI DAI PARTIGIANI

 

12/08/44  3778030 Pte Thomas JONES, 4 East Yorks., PG 65, VI.A.14.

Prima sepoltura: C.C. Fiano

Fonte: WO 311/1241: Shooting of Pte T Jones (escaped prisoner of war) at Cirie, near Turin, Italy, 12 August 1944.

 

05/04/45  843890 Tpr C. G. SMITH, 8 K.R.I.H. (R.A.C.), PG 53, I.D.9.

Trooper Smith fu accusato di tradimento dai partigiani. Nel dopo guerra la War Crimes Commission apri un fascicolo.

Fonte: WO 311/34: Pinetti, Italy: killing of British soldier by partisans

 

Foto: Fulvio Vigna

 

3778030 Private Thomas JONES, 4 Battalion East Yorkshire Regiment

 

Private Thomas Jones fu fucilato dai partigiani in un episodio che può essere meglio descritto come una vendetta contro la famiglia che lo stava ospitando. Ex-prigioniero del PG 53 e PG 112/2 della Mandria, Jones scappò in seguito all'armistizio e si rifugiò dalla famiglia Bettini di Borgata Baratonia, Varisella, presso Fiano in Piemonte, per gli undici mesi precedenti la sua morte, avvenuta il 12 agosto 1944.

C'era una voce nel paese secondo cui Rosalia Bettini, la moglie, prima di incontrare Jones, aveva tradito diversi prigionieri di guerra britannici evasi, informando il nemico della loro presenza, e che aveva stretto amicizia con Jones, ospitandolo, per rifarsi una verginità agli occhi dei partigiani locali.

Nell'agosto del 1944 un comando partigiano della zona ne ordinò l'arresto. Sebbene inizialmente prosciolta da queste accuse, il 12 agosto fu riconvocata davanti a Giovanni Battista Gardoncini, comandante della 2a Divisione Garibaldi Piemonte. Thomas Jones desiderava accompagnarla al suo 'processo', poiché temeva che le avrebbero fatto del male. Fu condannata alla fucilazione, dopodiché Jones avrebbe detto: 'Se giustiziate lei, uccidete anche me'. Entrambi furono quindi giustiziati da un luogotenente di Battista.

Per alcuni giorni non si ebbero notizie di loro. Il marito Domenico Bettini la cercò per quindici giorni e il 27 agosto venne a sapere che sua moglie e il soldato inglese erano stati fucilati a Pessinetto, davanti a Villa Rosa. I due corpi furono sepolti nel cimitero di Pessinetto. I Bettini li fecero portare a Fiano dove si svolsero i funerali il 30 settembre.

C'è però un motivo più plausibile per l'arresto di Rosalia da parte dei partigiani - una lite con il suo vicino di casa. Nel periodo in cui il soldato Jones viveva con la famiglia Bettini un partigiano di nome Mazzini, soprannominato 'colonnello Barbaro', venne ad abitare nello stesso palazzo. In seguito a una lite per la gestione dell'orto in comune con Mazzini, in cui lo stesso la minacciò con una pistola, la Bettini sporse denuncia ai carabinieri.

Pagarono il prezzo non solo Rosalia ma sia suo figlio Luciano (partigiano) sia il marito - che furono successivamente liquidati dopo aver accusato Mazzini dell'omicidio.

In seguito emerse che l'uomo sospettato di aver sparato a Rosalia e al soldato Jones era in realtà il partigiano Pino Casana; il caso volle che lui e Gardoncini venissero fucilati dai tedeschi il 12 ottobre 1944.

L' inchiesta condotta dalla War Crimes Commission stabilì che l'uccisione del soldato Jones non costituiva un crimine di guerra. Invece Mazzini doveva essere processato secondo la legge italiana per la morte del padre e del figlio. Il fascicolo è aperto al pubblico e conservato nell'Archivio di stato di Londra. Fu condannato a 30 anni di reclusione.

 

Fonte: https://www.anpi.it/donne-e-uomini/1521/giovan-battista-gardoncini

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